Oggi è stata una giornata di tante metà. Metà brutta (tempo coperto a Selafonisi), metà bella (sole a Rethymno, dove siamo arrivati dopo due autobus e tre ore di viaggio); metà al Sud, metà al Nord di Creta; metà pigra (sbracati su un lettino della spiaggia), metà eroica.
L’eroismo è dovuto alla dottoressa Baffoni che pur precipitata due volte a terra su una strada asfaltata (era andata benissimo sui sentieri, nonostante la sua propensione all’inciampo), si è ferita due mani e più blandamente un paio di ginocchia.
Speriamo di non impressionare nessuno con questa immagine (pubblicata, naturalmente, con autorizzazione), ma il buon viaggiatore ha bisogno dei suoi martiri…
Eravamo sulla strada regolare che da Elafonissi porta al monastero di Chrisoskalitissa, cinque chilometri più su. È qui che doveva concludersi il nostro trekking, seguendo ancora il sentiero della costa. Il tempo (atmosferico) incerto e il tempo (cronologico) limitato chi hanno convinti che cinque km di asfalto non hanno fatto male a nessuno e ci siamo incamminati tra gli ulivi tra rarissime macchine (il grande afflusso di bus e auto a noleggio arriva da Chania verso le 11).
Il monastero è carino, costruito su uno sperone alto 35 metri sul mare, ora ospita una comunità femminile. È uno dei luoghi celebrati della resistenza dei cretesi al dominio turco. Qui si teneva anche una scuola segreta in un bugigattolo che viene opportunamente fatto visitare.
Noi siamo arrivati molto presto, non c’era nessuno, anche il piccolo shop era chiuso. Erano aperti però la chiesa con una miracolosa icona della Vergine assunta e un paio di locali con icone e piccoli ricordi della vita contadina di queste parti. Ci siamo sentiti piuttosto coinvolti.
Certo, guardando i cartelli multilingue un po’ da ridere ci è venuto a vedere il tentativo di usare ogni lettera greca possibile anche nelle lingue che normalmente usano caratteri latini, fino alla incredibile formulazione della frase in tedesco, con il top della umlaut (i due puntini) sulla F invece che sulla U di “für” e la fantasiosa ipotesi di vocabolo tedesco volto a identificare persone iscritte a una scuola o a una università.
Poi con il doppio bus di cui sopra siamo tornati “alla civiltà”, ci siamo spostati sulla costa settentrionale, a Rethymno, da dove cominciamo la parte più turistica del viaggio.
Appena scesi dal bus ci ha accolto la grande “Fortezza” veneta (virgolette usate a indicare che la parola italiana è quella ancora in uso).
Noi abbiamo trovato un monolocale tra le viuzze a ridosso di detta fortezza, che ha il difetto di non avere Wi-Fi (vi stiamo trasmettendo da un’aiuola davanti all’ufficio turistico) e il grandissimo pregio di una grande terrazza sulla Fortezza stessa e sulla città
Ecco siamo qui, ci resteremo due notti e non sappiamo ancora bene che faremo poi. Ma qualcosa di bello sì, intanto stasera abbiamo mangiato in un locale carino e buono specializzato in mezé e siamo imbottiti di raki. Baci.