“Per me è greco” si sentiva dire un tempo, poi sostituito dal più etnicamente distinto “Per me è arabo”, ma voleva comunque dire che non si capiva niente – è proprio così che ci si sente a volte girando per la Grecia. A volte…
…perché invece a volte, forte di cinque anni di insufficienze in Greco scritto, uno come Mario si sorprende a “capire”, (Silvia, povera, no, perché nonostante i desideri dei genitori lei ha fatto lo scientifico). Come oggi. Sulla strada tra Heraklion e Rethymno abbiamo visto un negozietto con la scritta che dà il titolo a questo post: Μικρή Aγορά, traslitterato “Mikri Agorà”.
Minimarket, stupido che non sei altro, lo vedi che lo sai il Greco?
Analogo momento di gioiosa scoperta linguistica ieri sera, in una taverna di un paesino dell’altopiano di Lasithi (800 m.), noi unici avventori. Fuori c’era vento forte, siamo entrati coperti delle nostre giacche di pile e la signora Maria, titolare della taverna Maria Rea e moglie del titolare del nostro Hotel Maria, ci ha detto comprensiva: “Frìo… cold!“.
Come “frìo“? Non erano gli spagnoli che parlavano quasi veneto? Ma non era “frìo“, era “κρύο“, traslitterato “kryo”!
Tutta questa chiacchiera per dire che oggi tocca un poutpourri di roba, come in quei minimarket, vabbè μικρές αγορές, dove si trovano la scatola di tonno e le pinne per il bambino, il coprisole e la cocacola.
Sul primo scaffale troviamo il
Paradiso
È uno dei tanti, affascinanti affreschi dell’inizio del XIV secolo, della chiesetta bizantina di Panagia Kera, vicino ad Agios Nikolaos. È isolata sulle colline, tra gli ulivi, e abbiamo giocato a riconoscere santi e scene bibliche.
Poi siamo saliti sulla nostra macchinetta per arrivare all’altopiano di Lasithi, una conca fertilissima, un tempo punteggiata di migliaia di mulini per pompare l’acqua, ma ne rimangono pochi. Restano le montagne intorno, attraverso le quali passa il nostro amico sentiero E4. Non possiamo fare una tappa intera (abbiamo la macchina che ci obbliga), ma ne facciamo una parte, salendo verso Est.
Dopo circa due ore di salita lungo una vecchia mulattiera a zig zag, troviamo:
Shangri-La
Una valletta verdissima, coltivata e ripiena di frutta, circondata da montagne brulle e imponenti. C’è anche l’atteso tempio, ma non si tratta di una pagoda, solo di un’altra deliziosa chiesetta bizantina in mezzo al verde, dedicata allo Spirito Santo (Agios Pneuma).
Si è forse capito che ci siamo innamorati di queste chiesette? Sono per la massima parte aperte, con tutte le loro icone, a volte da quattro soldi, a volte belle. I viandanti ci possono sostare, qualcuno ci dorme.
Anche a Shangri-La, naturalmente, Silvia riesce a farsi affascinare dalla
Meccanica
Nella chiesetta dello Spirito Santo è infatti previsto che entrino le persone, non le centinaia di pecore che girano indisturbate. Ed è così che Silvia scopre che la serratura può essere “saltata” tirando un laccio che fa scattare lo scrocco dall’interno. Semplice e geniale.
Ma appena fuori dalla chiesetta, nel boschetto fragrante e ombroso, la dottoressa Baffoni trova un altro oggetto di suo grande interesse: una pompa manuale.
Purtroppo rotta e non abbiamo il tempo di capire proprio bene come funzionava e perché – o di aggiustarla!
Dopo tre ore di cammino, quando il verde tornava a far posto ai ghiaioni, siamo dovuto rientrare.
Ma anche allo Hotel Maria, del quale eravamo gli unici ospiti, abbiamo trovato uno splendido
Giardino
Un frutteto quieto e lussureggiante, dove ci hanno servito la più pantagruelica “Greek breakfast” della Storia, lasciamo a voi decifrare il menu, ma tenete conto che non erano ancora stati serviti gli aranci e i kiwi pelati.
Tutto intorno, piante aromatiche che il “signor Maria” (ci ha detto il suo nome, ma non lo abbiamo capito) si è fatto premura di spiegare a Silvia in greco. La quale Silvia, è noto, ha affetto anche per le piante, non solo per gli attrezzi meccanici.
Questa mattina, prima di tornare verso Ovest a Chania – dove ora ci troviamo – abbiamo fatto visita a una
Caverna
Non una caverna qualsiasi, ma il Dikhteon Antro, dove leggenda vuole che Rea abbia nascosto Zeus dalle fauci del padre Cronos.
Come che sia, da ben prima che da queste parti arrivassero micenei e dori con tutto il loro Olimpo, in questa grotta arrivavano pellegrini a frotte, sacrificando animali e lasciando ex-voto.
Noi abbiamo avuto la fortuna di arrivare prestissimo, di poter salire e poi scendere praticamente da soli (Donkey? No, thanks).
Con noi, nell’antro di Zeus solo la voce degli uccelli.