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Giungla e piramidi

Due giorni molto intensi e molto – come dire – “turistici”. Siamo, come gia`detto a Flores, nel cuore del Peten, la regione giunglosa del Nord, piena di siti maya. Data la bassa altitudine, la giungla, la latitudine ecc. ci aspettavamo tanto caldo e umidita`. In realta`un’alta pressione e un “frente frio” hanno creato condizioni eccezionali per noi: ieri prevalentemente bello con qualche goccia, oggi giornata totalmente serena e fresca, con il cielo limpido che consentiva sguardi lunghi e meravigliati dalle cime dei templi sul tetto di alberi della giungla, le colline in fondo, le nubi rade e i laghi che punteggiano il panorama. Si, un po’ stucchevole forse, ma bello assai. Abbiamo anche girato un paio di video dalla cima delle piramidi/tempio, ma non sappiamo se riusciremo a sistemarli e a pubblicarli. Nel caso li vedrete.

E’ anche la prima volta, da quanto Silvia e Mario sono partiti, che abbiamo dormito per due notti di seguito nello stesso letto, il che ci ha consentito di visitare due diversi siti, Tikal e Yaxcha, con tranquillita`. Ma la “pace” finisce tra un paio d’ore, quando ci imbarcheremo su un autobus di lusso (non proprio IL PIU’ lussuoso, ma parecchio: con bagno, aria condizionata, posti prenotati ecc.) per tornare con un lungo viaggio notturno verso Guatemala City. Arriveremo domattina alle 7, prenderemo un taxi (di una certa compagnia “Amarillo” che Vischio conosce e garantisce con tassametro) per andare al terminal delle “camionetas” e di li` verso Antigua, la ex capitale di stile coloniale dove domenica ci separeremo dal nostro ospite/Virgilio.

Ci aspettavamo un sacco di turisti, invece sembra essere una stagione moscia. Ieri a Tikal – massimo complesso monumentale del Paese – gente ce n’era, ma non tanta. Abbiamo potuto camminare per ore tra e sulle rovine, prima con guida e un piccolo gruppo di ispano-parlanti (il nostro gruppetto complessivamente comprende meglio una guida che parla spagnolo che non inglese) e poi da soli, dopo aver consumato dei panini con prosciutto e presunta mozzarella industrial-guatemalteca amorevolmente ed efficacemente preparati da Vischio. Visti da vicino anche: tapiri ( o giu`di li´– frotte di…), scimmie, picchi, tarantole, cinghialetti, coccodrilli, volpi argentate che passeggiavano sulle rovine e “pavoni”, che in realta`sembrano piu`tacchini nobilitati che veri e propri pavoni (Vischio ci spiega che “pavo” in effetti in spagnolo significa semplicemente tacchino).

Oggi max di ricchezza: con auto ed autotista propri fino al sito, un po’ piu`remoto, di Yaxcha. Ancora meno gente (contati: cinque turisti in tre diversi gruppi, un gruppo di sei cooperanti guatemaltechi in gita-premio aziendale – stop) e, come detto, tempo da favola. Siamo rimasti seduti a guardare il panorama in cima a un tempio-piramide almeno un quarto’ora, senza far altro che guardare e sentire di tanto in tanto le scimmie urlatrici sotto di noi. Purtroppo pero`le scimmie urlatrici hanno smesso di farlo quando Mario ha cominciato a riprendere il video. Ma su un’altra piramide (questa un “osservatorio astronomico” le scimmie hanno ripreso e Mario ha fatto un altro video. Vedremo che riusciremo a farne.

Ritorno a Flores e, attesa del bus, merenda/cena in un ristorantino bordo lago a vedere il tramonto, con Mario che non ha resistito a un tuffo in attesa dei “tacos con carne”.

Buona notte amici, fratelli, figli e nipoti.

Prime foto di siti maya

Qualche foto di Ceibal, Bonampak e Yaxchilan (ultimi due in Messico). Tra le altre la stanza dello “ayudante” e uno dei bus sui quali abbiamo viaggiato (anche se solo 15 minuti): notare stato vetri, carrozzeria ecc.

Finalmente nel Peten!

Dall’ultima volta che abbiamo trovato una connessione decente, ne sono successe di cose.

Intanto, esperienza assai divertente per Mario e per Silvia, appena finito di postare le precedenti informazioni, siamo andati in giro per i paesino di Sayaxche per cercare qualcosa da mangiare e nella piazza (il “parque”), si faceva musica. Nei parque fa sempre bella mostra di se`un podio per la banda — solo che da queste parti la banda municipale non suona ottoni e grancasse, ma “marimba”, anzi due. Specie di grandi xilofoni suonati da quattro o cinque suonatori per strumento (chiediamo scusa ai parenti musicologi, musicisti e musicanti ma siccome Mario e Silvia non li conoscevano diamo le informazioni necessarie), accompagnati in questo caso da un basso e una batteria. A Silvia e Mario sono sembrati dei virtuosi e si sono subito innamorati dello strumento. In ogni caso, come potrete vedere da opportuno video, la cosa era molto carina, perche` c’erano si e no una decina di astanti, ma nella piazza i ragazzini giocavano a pallone e le coppiette si tenevano per mano… divertente.

Il giorno dopo e`stato il momento delle nostre prime rovine maya, al termine di una lunga passeggiata in barca su un fiume. Le rovine di Ceibal niente di che, ma la foresta e`roba grandiosa e il fiume pieno di uccelli di tutte le specie: sparvieri (crediamo) garze e garzette grigie e bianche, martin pescatori, “aguilas pescadoras”, ecc.

Quindi nuovo trasferimento avventuroso in direzione della frontiera con il Messico, con l’ultimo passaggio ottenuto su un microbus sovraffollato di donne che ritornavanto, cariche di figli e di sonno, dall’aver raccolto nel capoluogo un piccolo contributo in moneta che il governo versa loro. Silvia, Vischio e Mario hanno viaggiato per tre ore in piedi, ma non essendo guatemaltechi (height challenged) le teste non c’entravano e hanno tenuto per tutto il tempo il collo piu`o meno piegato. Il tutto su strada sterrata, che ha avuto almeno il vantaggio di far andar lento il pulmino evitando malesseri alla nostra.

L’interessante e`stato che siamo arrivati al villaggio di frontiera sul fiume Usumancita dopo le 18, con il buio e non ce la siamo sentita di attraversare con barchetta a motore di notte una frontiera nota anche per traffici non esattamente puliti. Ma dove dormire in attesa della prima lancia del mattino l’indomani? Nessun problema, ci ha spiegato lo “ayudante” del nostro pulmino (gli ayudantes sono una specie di copilota-bigliettaio-buttadentro, vere istituzioni del viaggiare guatemalteco). Insomma questo ayudante ci ha detto che aveva una “camera” in casa sua e che avremmo potuto dormire li`per 25 quetzales (2,5 euro) a persona. Eravamo un po’ dubbiosi, ma a parte la rusticita`ci e`sembrato possibile, anzi accogliente. Le case di questi piccoli villaggi agricoli son fatti da grandi tetti di legno e paglia sotto ai quali sono costruite stanze di legno (alcune con soffitto, altre no, altre – come la nostra – un po`si e un po’ no, ma tanto c’e`sopra il tetto generale di paglia. Latrine, ovviamente, esterne, ma in questo caso anche un bugigattolo di legno con tenda e bidone con acqua “para bañarse” in privato.

E`andata. E il giorno dopo siamo transitati in Messico dove abbiamo trovato una sistemazione da ricchi e due strepitosi siti maya: uno piccolo nella selva Lacandona all’interno del quale c’e`un tempio con straordinari affreschi policromi piuttosto ben conservati. E chi lo sapeva della policromia maya? Mah, che ignoranza… Anche qui viaggio sul fiume per arrivare a una delle prime grandi citta`dirute con acropoli grande e piccola, piazza, stele e quant’altro. Siccome era piuttosto tardi, in giro per il sito c’eravamo solo noi, un altro turista con macchina fotografica e una coppia di giovani guatemaltechi che flirtavano seduti in cima alla scalinata dell’acropoli. Il tutto accompagnato da picchi (cioe`gli animaletti alati che fanno i buchi sui tronchi) e dagli inquietanti ruggiti/barriti delle “scimmie urlanti”. Ritorno al tramondo sul fiume.

Questa mattina riattraversamento del fiume, ritorno in Guatemala, viaggio molto comodo ma lungo fino a qui. Che sarebbe Flores, piccola cittadina su una isoletta al centro di un piccolo e delizioso lago. Un po’ quaint, dice Mario, ma molto, molto gradevole. Domani visita a Tikal – il piu`importante sito Maya del Guatemala, dopodomani un altro sito minore quindi bus notturno per Citta’ del Guatemala e Antigua (l’antica capitale) dove domenica ci separeremo da Vischio.

Un abbraccio forte a tutti. E baci tanti.