Ricerche/La questione araba e la Lega dei Popoli oppressi nella Fiume dannunziana

Questo saggio, apparso in un volume collettaneo in memoria di Paolo Minganti, affronta la questione della “politica estera” di Gabriele D’Annunzio a Fiume (1919-1920), in particolare dei suoi rapporti con i movimenti nazionalistici e indipendentistici mediorientali.

L’occasione è fornita dalla pubblicazione di uno studio commissionato nel 1920 da D’Annunzio a Eugenio Coselschi, che all’epoca si occupava dell’Ufficio Relazioni esteriori del comando fiumano. Particolarmente importanti i particolari relativi ai rapporti con Abdul Hamid Said, esponente del Partito nazionale egiziano. Alcuni dei risultati di questa ricerca sono stati superati in studi successivi.

Scarica il file pdf. Attenzione: il testo è parzialmente ricercabile.

Citazione: M. Tedeschini Lalli,  La questione araba e la Lega dei Popoli oppressi nella Fiume dannunziana, in: “Annali della Facoltà di Scienze politiche”, Università di Cagliari, Vol. IX, 1983, pp. 599-624

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Ricerche/La propaganda araba del fascismo e l’Egitto

Questo è un saggio uscito sulla rivista Storia Contemporanea del dicembre 1976. E’ l’estratto di una parte della mia tesi di laurea in Lettere, presso l’Università di Roma.

Dettaglia le attività di propaganda nei confronti del mondo arabo e, in particolare dell’Egitto, nel quadro della politica mediterranea e mediorientale dell’Italia fascista. Lo studio è stato condotto sulla base di ricerche d’archivio a Roma, a Londra e al Cairo.

Scarica qui il file pdf. Attenzione: il  testo è parzialmente ricercabile.

Citazione: M. Tedeschini Lalli, La propaganda araba del fascismo e l’Egitto, in “Storia Contemporanea”, anno VII, 1976, n. 4, pp. 717-749

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Un addio da Delhi

Cari tutti,

siamo a Delhi per l’ultima notte. Oggi l’abbiamo passata un po’ per la citta’ vecchia (tempio gianista, grande moschea, ma NON il Forte Rosso: di forti non ne potevamo piu’), molto bazar, un po’ di shopping e una corsa nella nuovissima e smagliante metropolitana (Federico Perugini aveva ragione!)

Qui fa decisamente piu’ freddo e stamattina, a colazione, nel caminetto della saletta da pranzo di questa B&B d’altri tempi rosolavano un paio di ceppi: "Per far meglio finta che siamo in inverno", ha commentato un ospite inglese un po’ sciocco. Il caminetto e’ strepitoso di granito rosso e verde in stile totalmente DECO’. Il resto della casa e’ quello che promette: una vecchia villona coloniale con mobilozzi simpatici, un gran giardino pieno di uccellini e scoiattolini, sul quale si affacia direttamente la nostra camera.

Ora ce ne andiamo a cercare qualcosa da mettere sotto i denti per la cena, domani mattina, con calma, un taxi ci portera’ a vedere un importante e antico minareto della prima moschea costruita in India e che si trova sulla strada dell’aeroporto. Poi si rientra.

Ergo, questo blog chiude qui. Per ora. Nel senso che al prossimo viaggio potra’ sempre essere riaperto.

Grazie dell’attenzione. A voi studio.

Un diluvio, poi il Taj Mahal


Per tutti questi giorni siamo andati in giro per l’India, come fosse un’estate perenne (anche se gli indiani non lo pensano e indossano parecchia lana), poi – la notte passata – si e’ scatenato il finimondo. Questa non e’ stagione di monsoni, ma su Agra si e’ abbattuto un temporale che non avevamo mai sentito, quanto a tuoni, lampi, fulmini e saette (“…tre briganti, accovacciati sotto a un ponte…”, ma questa e’ un’altra storia che non abbiamo qui il tempo di raccontare). Temevamo che questa mattina sarebbe stato un disastro, invece un pallido sole ha illuminato una mattina brumosa di umidita’, polvere e gas di scarico.

Grandi timori di “non vedere bene” il Taj Mahal, ma non c’e’ stato alcun problema. Pensavamo che – come diceva Nonna Matilde di Venezia – queste fossero cose che una volta viste in cartolina, “si sanno gia’”, invece la totale, splendida “inutilita’” , che non fosse sentimentale o di prestigio, toglie letteralmente il fiato. Abbiamo fatto delle foto (e un video che speriamo voi possiate vedere qua sopra), ma naturalmente e’ roba parecchio piu’ brutta delle cartoline. Bah.

Per quello che sara’, temiamo, l’ultimo “servizio” audio-video dall’India, l’equipaggio ha accettato le richieste del pubblico e Silvia si e’ spostata alla regia. Questa volta MARIO non sapeva che dire. Avrebbe voluto rifarlo, ma Silvia gli ha detto che anche a lei era stata data una sola chance. Only too fair.

Come vedete ci divertiamo, anche se pensiamo molto ai nostri bambini.

Tra due ore treno per Delhi, dove cambia tutto: posto chic e tranquillo suggerito da Beatrice, autista alla stazione, poi una giornata e mezza per qualche acquisto ulteriore e qualche visita.

ciao ciao